Accompagnare Significato, Portale Sanità Regione Veneto Operatori, Volontariato Milano Animali, Per Avere 105 Che Media Bisogna Avere, Installazioni Villa Borghese Roma, Aprilia Mana Scheda Tecnica, Positivi Pescasseroli, " />
Uncategorized

un'altra vita violenta e tenera se vuoi

By August 30, 2020 No Comments

– Chi tiene giù questa troia? Depoulos si piegò su di lei, continuando a tirare le grandi labbra della ragazza mentre le parlava all’orecchio: – quando parlo di punizioni severe, non scherzo. E’ tutto chiaro, tettona di papà? Manuela rabbrividì. – Se alla fine della settimana non avrai bevuto tre volte la mia sborra, sarai punita molto severamente, – riprese lui, fissandola, osservando compiaciuto l’espressione di disperazione e vergogna sul viso di lei. – Apri il posacenere, devo spegnere, puttana. Manuela gemette. – Forza, mettiamo a bollire queste grosse poppe, – continuò Titus, afferrandola per i capelli e spingendole il busto verso la pentola. Ma non era umiliante solo dire “si”… era umiliante il fatto che la sua vagina era sempre più bagnata nelle mani della sua ricattatrice. Non capiva. Lo aprì, ne tirò fuori una banconota. – E’ solo una precauzione, nel caso ti venisse da urlare troppo forte, – disse Cristina. Ancora una volta sapeva che avrebbe dovuto reagire, ma sapeva di non poterlo fare, e si limitò ad arrossire. E capisce perchè è sola. “Sì, padrona,” mormorò, mentre l’altra le metteva una mano fra le cosce. Lui premette con più forza contro il clito di Manuela. Diede uno sguardo a Manuela che stava cominciando a slacciarsi i bottoni, impacciata dalle mani che le tremavano, e intervenne. ma tutto quel che cerca e che vuole . 50x70cm  - NUOVA EDIZIONE SPEDIZIONE DAL 26/10Stampa formato 50x70cm su carta naturale crema 160g.La cornice non è inclusa.Print 50x70cm on 160g cream natural paper. Lei cercò di parlare non appena ebbe un filo di fiato. La ragazza impallidì. – N… no… no… – Cristina la guardò negli occhi, e strinse di più. Depoulos aprì un cassetto della scrivania. Manuela gemette di dolore mentre leccava i testicoli pelosi e gonfi di Leo. – E immagina che passino la serata a sbattersi la mammina e la sorellina senza pietà… immaginatele tutte e due a quattro zampe davanti ai loro violentatori che decidono che buchi usare per prima… questa scena ti eccita vero, maiale? “Ti chiamiamo sempre ‘puttana’ o ‘baldracca’, io e Elias,” continuò Cristina, “ma in realtà ti trattiamo più come una serva o una schiava che come una vera puttana. “La prego… padrona… ho paura… io….”, Cristina la congelò con uno sguardo. Era pallida, si sentiva ancora male per il disgusto di quello che aveva appena fatto. La ragazza rise, guardandosi le unghie. – Riprova, forza, cagnetta, – rallentando il ritmo. – Se devi fare delle pause, che siano brevi. Prendi questi pidocchiosi 50 euro, per il resto ti dirà lui. – Non smettere di masturbarti. – Vediamo. I suoi tacchi alti ticchettavano sull’asfalto. The last (deeply undervalued) song performed by Luigi Tenco a few hours before taking his own life in the Savoy Hotel during the Sanremo Festival on January 27 1967. Da allora scoprì cosa significa la parola amore ed è priprio grazie a questo sentimento che oggi, a 30 anni sono felicemente fidanzato con l’uomo che tra 4 mesi diventerà mio marito. – Va bene… va bene… – mormorò. Dico! Manuela annuì. Manuela aprì la cerniera e abbassò gli slip, prendendo il membro di Conte in mano. Manuela obbedì, portando una mano fra le cosce. che meritiamo un'altra vita . Lui comincia a farsi avanti ma in un modo che non mi piace per niente, vederlo in quella situazione mi fa proprio schifo. Quando siamo usciti ci siamo guardati, occhi negli occhi come facciamo tutti i gironi… che sensazione! negazione dell'orgasmo, segretaria punita, segretaria ricattata, segretaria umiliata, tettona ricattata, tettona umiliata. Effettivamente l’acqua cominciava a scaldarsi… Manuela sudava, ed era sempre più spaventata. Ed unità … Non credi?”, Manuela spalancò gli occhi, terrorizzata. – No, tesoro, ora sono dieci sulla tua fica – le disse, – per avere usato le parole sbagliate. Manuela non era sicura di capire, ma era terrorizzata. Sentì dei rumori dall’interno, qualcuno si avvicinava ala porta, e poi una voce maschile da dentro: – chi è? “Ce ne sono anche un paio belli freschi,” disse Cristina, tormentandola. Manuela si girò, il volto una maschera di dolore. – Metti le mani sulla testa, – le disse. “E così… ora avrai una scusa anche per prendere il cazzone del tuo fratellino… lo desideri tanto, vero, piccola?”, Manuela esitò. Cristina aprì il cassetto, e rise. – Io… ecco… avevo bisogno del mio computer per lavorare, e… non c’era…. Non era ancora finita… Come poteva non essere ancora finita? Quando Manuela ebbe finito di portare in tavola tutte le pietanze, Goran le indicò il pavimento. – Hai appena meritato le cinque cinghiate sulla fica, Manuela. Ci ho messo anni, anni duri, anni fatti di paure, paura di perdere tutto quello che avevo faticosamente costruito. – Dentro, puttana, – le disse seccamente. Qualche piccolissima spina del cactus di Depoulos le era rimasta conficcata nelle grandi labbra. Allargò leggermente le gambe. The frame is not included.Il branoLa più bella metafora nella storia della musica leggera italiana, il genio raffinato di Sergio Endrigo e il racconto universale sulla tragica solitudine alla fine di un amore.The most beautiful metaphor in the history of italian Musica Leggera, Sergio Endrigo’s refined genius and a universal tale of tragic loneliness at the end of a love story. Manu, offri qualcosa da bere a Cristina… Vi chiamiamo appena è pronto.”, “Certo, mamma,” disse Manuela. Mentre armeggiava con la cintura, Conte allungò le mani a palparle i seni, quasi distrattamente. – Anzi… preparati a venire. nata sotto il segno . Lo baciò, lo leccò, incollò le labbra al membro di lui… Appoggiò la bocca aperta sull’asta, accarezzandola con la lingua… Salì con la bocca al glande dell’uomo, pulsante, violaceo, lo accarezzò con la lingua, lo baciò morbidamente, e infine lasciò scivolare le labbra attorno a esso, prendendolo. Provò ad aspettare che i neri uscissero dal locale, ma sembrava che avessero smesso di fare acquisti e che stessero parlando fra loro; anzi, forse parlavano di lei, perché a tratti sembravano indicarla. L’espressione di Depoulos… benché l’avesse vista solo per un istante (aveva tenuto gli occhi bassi per gran parte del tempo), le era rimasta impressa in modo indelebile nella memoria. Goran li appoggiò sulla scrivania. – Cristina? Era assetata, affamata, aveva mal di testa… tutto il corpo le faceva male. Titolo dell’opera: “mostrare agli altri quello che gli altri vogliono vedere”. Si era presentata con un addetto della manutenzione – un signore anziano, insignificante, anche lui con quello sguardo crudele che avevano tutti i complici che Cristina si sceglieva. Si chinò e sputò ancora, un altro grosso globo di saliva, questa volta colpendola sull’altra guancia e in parte sul naso…, Manuela ringraziò di nuovo… riprese a spalmarsi la salive sul volto, chiuse gli occhi in attesa del prossimo calcio… trattenne un nuovo gemito di dolore…, “Va bene, puttana, ora dobbiamo tornare dalla mammina, potrebbe pensare che alla sua piccola sia successo qualcosa. Manuela sentì il cuore che cominciava a batterle all’impazzata per la paura… No… non doveva farlo arrabbiare… Spalancò velocemente le gambe. Cristina fece cenno a Goran di rimuovere i vasi dai seni di Manuela. Manuela prese le ultime cose e si avviò alla cassa. Manuela si chinò in avanti, iniziando a leccare i testicoli gonfi dell’uomo, senza smettere di accarezzarlo docilmente, senza smettere di guardarlo. Manuela strinse ancora i pugni, gemendo ad alta voce. Aveva il sesso dolorante per tutto quello che aveva subito e per quanto lo aveva strofinato in ginocchio davanti alla sua nuova padrona. – Direi di si. – Ora che la troietta mi ha mostrato quanto sa essere dolce, – continuò Depoulos, – è il momento che la sua bocca sia scopata come quella di una troia di strada. Il sesso di Manuela non era depilato, ma la peluria era ben curata, sfumata in un grazioso triangolino. Ricordò le parole di Goran, “le puttane baciano con la lingua”. Quasi inconsciamente, mentre pensava a quanto era importante il perdono di Depoulos, scelse gli abiti che sapeva che le donavano di più. Semantic saturation as the last foothold in the stormy sea of contemporary onomatopoeia. Non poteva farcela. Manuela appoggiò la lingua, resistendo all’impulso di vomitare. Depoulos la lasciava fare. xox xox”. – insistette lui, cominciando a irritarsi. Era vero, era qualcosa a cui Depoulos l’aveva abituata. Cristina le strappò il nastro dalla bocca. Re La Sol La Mi chiedevi che ti manca? Cosa stava succedendo? tutto intellettualotto coi capelli un po’ lunghetti, in un certo senso mi somiglia, è chiaro di carnagione come me, castano chiaro di capelli come me, capello liscio come me, sempre jeans e maglione come me. – disse Cristina. Mentre leggeva, Manuela aveva trattenuto a stento le lacrime, ma ancora più a stento aveva trattenuto un orgasmo. Arrossendo, prese l’orlo della gonna, e lo sollevò, scoprendosi per Depoulos. – Ora, – disse quindi, rivolta a Manuela, tirando fuori di nuovo le chiavi di casa della sua vittima, facendole dondolare di fronte a Goran. La ragazza esitò un istante, ma non poteva fingere di non capire. – E’ una cosa a cui tieni molto, con un grande valore affettivo? – Ti vesti sempre da troia in questo modo, o stavi pensando a me questa mattina quando hai scelto i vestiti? Si sentiva sexy. “Ha cominciato a piangere,” disse Titus, col tono di chi annuncia un successo. Fra poco io ti dirò di venire, e voglia che tu lo faccia immediatamente, o raddoppierò la durata della tua tortura. Manuela strinse gli occhi… bruciava… Depoulos allontanò la bocca, e Manuela sentì il calore molto più intenso della brace che si avvicinava alla sua carne… strinse i denti ed emise un gemito con la bocca chiusa mentre lui spingeva la sigaretta dentro la sua vagina, spegnendola sui suoi umori… Sentì le ginocchia che le stavano per cedere…, Non poteva credere alla crudeltà di quell’uomo… Vide la mano di Depoulos che faceva cadere il mozzicone spento nel posacenere accanto al suo volto, sentì una nuova pacca violenta sulle natiche… nessun altro commento. – S… si amore, – rispose lei. Si rendeva appena conto che più Cristina la spaventava con le sue parole, più il modo in cui la serviva diventava dolce, docile e sottomesso… aveva la bocca piena del sapore della ragazza, le infilava la lingua dentro, le baciava le grandi labbra, cercava di spingersi giù lungo il perineo… E tutto questo mentre attendeva di sapere a quale orribile supplizio quella ragazzina viziata e prepotente aveva deciso di sottoporla… senza motivo…. Subito. Non so nemmeno che cosa vuol dire questa espressione, se cioè mi mancano un abbraccio e un po’ di coccole oppure mi manca proprio un contatto sessuale vero, probabilmente mi mancano tutte e due le cose e ci sto male ma morire, mi innamoro di un compagno di scuola etero e passo un paio d’anni a corrergli appresso, naturalmente senza risultato, anzi con l’unico risultato di essere sputtanato dappertutto, pure a casa, e di essere preso a pesci in faccia con una scenata memorabile, anche se non avevo fatto niente di assurdo, ma proprio niente. Gli uomini si avvicinarono a Manuela. E poi lo sentì che allontanava il muso dal suo sesso… fu solo un attimo di sollievo, e poi sentì l’animale che le saliva sulla schiena. Esitò, e poi aggiunse: “…grazie.”, Chiuse gli occhi mentre Cristina le rifilava un forte calcio con il collo del piede, di piatto sulla vagina nuda. – Scusami… – Esitò. – Si… signore… dieci cinghiate sulle mie chiappe… cinque sulla mia fica… signore…. Il sugo della pasta stava cominciando a consumare. Manuela abbassò la bocca fino alla ciotola. “Sei proprio una sporcacciona. L’orario di lavoro era finito da diverse ore, ma Manuela non poteva ancora a casa; Cristina aveva deciso di metterla “in punizione”. Ebbe un brivido. “Per esempio,” continuò, “non so… qualcosa con Depoulos, o Goran e i suoi simpatici cugini,” continuò. Molto... Ok la mia demenza per i pokemon e uscita *____*. Sentiva di stare già arrossendo, ma doveva cercare di fare del suo meglio per rimanere calma. “Ma prima,” aggiunse, prendendola per il gomito e facendola girare verso di sé, “visto che hai confessato di amarmi…”. La ragazza arrossì, capendo il significato di quello sguardo. ortò le mani alle natiche di Manuela, cominciando a palpare la morbida carne della ragazza con gusto. Goran si godeva la scena e scattava delle foto col cellulare. 60x80cm II ed. “Dì quello che stavi per dire.”, “Non… non è uno scambio… io ti imploro… e ti prometto…”, “Ti prometto… ti servirti… come non ti ho mai servita finora…”, Cristina la guardò sprezzante. Manuela abbassò gli occhi. Devi accettare tutte queste cose perché sei l’ultimo anello della catena e ti sei meritata di esserlo. Manuela sfilò i piedi uno per uno dall’indumento, singhiozzando. “Sì, padrona… grazie….” singhiozzò Manuela. Manuela mormorò “grazie, amore”, avvicinandosi al membro dell’uomo. Scese fino a toccare il sugo coi capezzoli, si fece coraggio, li immerse, e gridò di dolore. – Queste grasse poppe sono tutte da torturare…. Storace le rifilò un’ultima violenta pacca sulle natiche rosse. – L’hai bagnata tutta con quella fica fradicia. Certo a quelli che già stavo antipatico adesso avevano un motivo in più per attare briga con me. Cristina, intanto, stava spingendo il penultimo fazzoletto nel sesso di Manuela. – Questo è quello che devi cucinarci, puttana, – disse. – N… no… no… amore…, – Lucas lavora in cantiere, nel box abbiamo una carrucola, – disse lui, continuando a giocare con lei al gatto col topo… – Chissà. Cos’avrai come prossima punizione? – Rimarrai con lo stipendio più basso. Lei lo prese, ringraziando, e lo lesse. Ti è vietato usare gli altri. Si abbassò le mutandine e si mise di spalle a Manuela. Floreanne nel frattempo era divenuta un’altra persona: poche settimane erano bastate per cambiarla del tutto; sembrava agli occhi di Hélène, una donna finalmente matura, alle prese con mille premure e preoccupazioni. Lui la guardò freddamente. Nata sotto il segno dei pesci. Gli uomini risero, e poi cominciarono a parlare di nuovo in rumeno fra loro. Manuela alzò lo sguardo da terra, incontrando gli occhi crudeli di Depoulos. – Mi hai convinto… Ti propongo un accordo… mi dai un piccolo extra e ti monto un pochino più veloce, va bene, cagna? La serratura scattò. – Sei fai la stupida con me, e fai finta di non capire, rischi di farmi cambiare idea. “Ma certo,” disse, avvicinandosi. Era Cristina, una delle assistenti di Depoulos. Come sempre, Manuela aveva pulito bene la tavoletta del water prima che Cristina ci si sedesse, e poi si era inginocchiata per terra di fronte alla propria padrona, attendendo che facesse quello che doveva fare. “Non dimenticarti il caffè mentre parli, puttana.”, “No, padrona” mormorò Manuela, chiudendo la caffettiera e accendendo il fornello. Lui le rifilò un pugno nello stomaco, prendendola di sorpresa. Titus rise. Manuela si asciugò le lacrime. La politica e la poesia, i sogni di piazza e gli ideali giovanili: l’universale ricerca di amore e di unità. Brava puttana…!”. “Ti prego solo… lascia stare la mia famiglia… e io sarò tua… non solo il corpo… l’anima… il cuore… sono le uniche cose che mi restano da offrire… e sono tue…”. – Sono Storace, signor Depoulos, – si udì da fuori. Li mi fece conoscere un suo amico che faceva il barman e con lui passai tutta la sera a parlare del piu e del meno. Ma prima… usala a fondo… “. “Non avere fretta, vi conoscerete molto bene, tu e Brutus, più tardi.”. Manuela entrò nell’appartamento carponi. Conceived in 1972, interrupted in the year of his death, 522 pages were published posthumously in 1992. The relationship between emotion and ideology: an in-depth look. – Guardami puttana, – disse Cristina. Finalmente la cena fu pronta. “Dio… dio…” Si sentiva frastonata… ma aveva anche ricevuto un ordine, e conosceva la severità di Cristina. Annuì, piangendo. “Ieri sera sono uscita con un nuovo ragazzo,” disse Cristina. – Capisco perché non sei fidanzata, comunque. Ho sognato tantissime volte di poter avere rapporti sessuali con qualcuno di questi ragazzi ma non è mai successo, con me erano disinvolti, amichevoli, ma forse non erano gay, anche se io mi mettevo sempre in gruppi dove non c’erano ragazze. Ispirato allo storico titolo dell'Unità del 14 giugno 1984. Frasi sulle donne: citazioni e aforismi sulle donne dall'archivio di Frasi Celebri .it Non c’era scampo, già da quel momento. – Si, signore… – La sua risposta fu appena percettibile. Non sei così stupida – disse, ad alta voce. Carlo e Cristina si sedettero sul divano. Si mise in ginocchio, e si mise a slacciare i pantaloni dell’uomo. Se lo fece scivolare in bocca, fino a sentirlo contro la gola. Non era la prima volta che Cristina glielo faceva fare, eppure ogni volta Manuela si sentiva sprofondare nell’umiliazione… e che fosse costretta a farlo in quel momento, mentre stavano discutendo del suo futuro, della sua famiglia, era ancora più umiliante…, “Spegni sotto il caffè, puttana, intanto, e versalo.”. Manuela provò l’impulso di alzarsi e fuggire, ma le sue gambe erano immobilizzate. – Hai finito col culo della troia, per ora, Lucas? – Quello che c’è là nell’angolo è un bollitore? Io sono del sud, ma tra quelli del sud e quelli del nord io preferisco quelli del nord, a parte che sono meno impiccioni e ficcanaso, sono proprio ragazzi che mi piacciono di più fisicamente. Perchè meritiamo un’altra vita, violenta e tenera se vuoi.Italy, 1978 and its reflection on people’s lives under the gaze of Antonello Venditti. – Si va in scena, troietta di papà. Gli chiedo perché e mi dice che lui ha bisogno di Marco perché lui è innamorato di Marco e non di me, che io non potrò dargli mai nulla perché solo Marco può farlo stare bene. 59x84cm on Fedrigoni Arena 140g paper with red pantone. – Le puttane baciano con la lingua. – E siccome forse pensi che la punizione se non ci riesci non possa essere peggio di quello che già ti faccio tutti i giorni, vorrei chiarire questo punto. Manuela cominciò a gemere più forte. Si diresse alla porta, le lacrime che avevano ricominciato a sgorgare per il dolore insopportabile che le pinze le procuravano ai capezzoli ustionati… Si fermò alla porta, si volse verso il suo direttore, e mormorò ancora una volta “grazie…” mentre usciva. Era disperata. “Stavo pensando,” disse, “che la tua sorellina è proprio carina. Fu cosi che tra lame e corde passai altri 4 anni. Manuela annuì, raggelata dal tono brusco del ragazzo. Sentì la lampo dell’uomo che si apriva, e poco dopo il membro di lui che la penetrava. Manuela impallidì. Manuela gemette e smise di parlare. La nostra storia nel frattempo si trovava in bilico tra confusione e dolore e rimase sospesa cosi fino a che un giorno con mi armai di coraggio e messi fine a quella commedia tragica. – Tu non hai nessun diritto nella tua nuova posizione in questa azienda. Ricominciò a servirlo, ma si rese conto che il collare le rendeva difficile riprendere fiato… cercò di nuovo di resistere più che poteva… e poi prese un’altra boccata d’aria, brevissima per non far arrabbiare Conte… non sapeva quanto poteva resistere così. – Per favore… signore… la prego… mi colpisca… colpisca la mia fica… col righello signore…. “E infatti non ho intenzione di togliertela,” disse Cristina. Lui la fissò e la colpì con un ceffone sulla guancia. Si fermò davanti a lui. “E fammi fare due risate sentendo le scemenze che ci tieni così tanto a dire.” Mentre pronunciava l’ultima parola, la colpì con violenza sulle natiche col cucchiaio, di piatto. Si chinò e le baciò le scarpe. che meritiamo un'altra vita: violenta e tenera se vuoi: nata sotto il segno: nata sotto il segno dei pesci. Titus stava schiacciando troppo forte, il dolore era insopportabile… – Ti prego… ti prego… Dio… no… no no no no no…. Aveva il volto fradicio di lacrime e tremava visibilmente, ma nessuno dei presenti mostrò neppure un accenno di compassione. Mentre piangeva, ebbe la percezione dei suoi seni che oscillavano sotto di lei a ogni singhiozzo. Manuela cominciava ad abituarsi alla nuova routine e a trovare il modo di sopportarla. Manuela cominciò a scuotere il capo, gemendo attraverso il bavaglio. Gli uomini risero. Che culo! – Chissà, forse tutto questo ti piacerà. Non si illudeva che Thiago l’avrebbe risparmiata. – Si, papà… – rispose lei, portando una mano fra le cosce e trovando il membro nodoso di Storace. Manuela singhiozzava… si sentiva annullata… schiacciata…, – Ora ascolta bene, troia. A quattro zampe.”. Quando sono tornato a casa mio padre è rimasto lì come un imbecille, mi aspettavo che mi menasse ma non l’ha fatto, ha avuto paura, si è comportato come un vigliacco. – Per oggi ti darò io qualche consiglio su come fare. Oggi insegna in una scuola. “Lascio un bigliettino per l’uomo delle pulizie,” aveva detto Cristina, qualche minuto prima di tapparle con il nastro adesivo la bocca. Manuela lo osservava terrorizzata. Aveva il cuore in gola: le sembrava di trovarsi di fronte al giudice. Prima ha provato a insistere con le buone ma siccome io cercavo di evitare in tutti i modi alla fine mi ha proprio picchiato in modo violento e mi ha obbligato a starci comunque, in pratica sono stato violentato da quest’uomo. Si fece coraggio. – S… si… scusa… grazie… – pianse. Una nuova cinghiata colpì Manuela fra le cosce. – Goran mi ha chiesto esplicitamente di vedere lo scontrino – le disse quindi, allontanandosi e rimettendolo dentro. Non c’era limite… Continuò a piangere, le lacrime che si mischiavano allo sperma di Brutus che aveva finito per insozzarle il mento e la bocca, scivolò con le mani sui testicoli di Brutus, e poi si costrinse a toccare l’ano con la punta della lingua…, Per un attimo ebbe la consapevolezza del baratro in fondo a cui era finita… era l’inferno… spinse la lingua più dentro… di nuovo riuscì per miracolo a non rigettare…, “Non ho mai visto una puttana più lurida di questa,” disse Leo, avvicinando il telefonino per riprendere da vicino quell’atto osceno. – Mi hanno riferito che stamattina Storace stava usando il tuo computer, e quando sei arrivata gli hai detto di scollegarsi e lasciarti lavorare. – Io… – balbettò, – si… lo vedo… mi dispiace… mi dispiace…. Manuela gemette debolmente mentre lui tirava più forte. Apri bene le gambe e piegati per mostrarmela. – Oh, niente di fatto, cagnetta? Storace prese il bollitore. Manuela sentì un brivido attraversarle il corpo quando le dita di Depoulos toccarono il suo sesso. Cominciò ad armeggiare con la moka, con le mani che le tremavano, e le si formò un nodo in gola prima ancora di pronunciare la prima frase. Si affrettò verso la porta, e uscì dall’ufficio che aveva cambiato la sua vita per sempre. Sembrava che nessuno dei suoi aguzzini si preoccupasse dell’eventualità che incontrassero qualcuno per le scale…. – Guarda che io so che tu sei una sporca puttana, – le sussurrò quindi, ritraendosi, e continuando a fissarla negli occhi. – Non sono interessato a quello che vuoi offrire, Manuela, – disse, – dato che posso prendere tutto quello che voglio. – Un po’ poco, tesoro, – le disse. La ragazza strinse i pugni e gli occhi, tutti i muscoli in tensione, cercando con tutte le forze di non gemere… Storace lasciò scendere quel sottile getto per un po’, ricominciando intanto a spingere avanti e indietro nell’ano di Manuela… spostò il bollitore, fece scendere un nuovo filo d’acqua sull’altra mammella… Manuela ansimava in silenzio, si contorceva debolmente… e intanto, suo malgrado, inconsciamente, cercava di servire il membro del suo aguzzino, muovere i fianchi per farlo godere…, Storace stava continuando a torturarla, torturarla e scoparla, e i getti d’acqua si avvicinavano sempre di più ai capezzoli… ogni tanto l’acqua tornava a cadere in un punto dalla pelle già scottato in precedenza, e Manuela aveva l’impressione di svenire per il dolore… Anche quando lui cominciò a versarle l’acqua fumante sui capezzoli, incrementando contemporaneamente la violenza con cui la stava sbattendo, ebbe l’impressione che sarebbe impazzita, che non poteva resistere a tutto quel dolore… resistere in silenzio…. – le chiese, sprezzante. Cristina le prese l’orlo della gonna, per sollevarla. Dieci! “A lei piacciono queste attenzioni. Un altro gradino… – Si… si… signore… mi piacerebbe… sarei onorata di essere scopata dal suo cane… e di ricevere il suo sperma… padrone…. “Cosa… devo mettere?”, Goran rise. Ma anche se fosse riuscita a non scoprirsi, già così, con le gambe nude e i tacchi alti, aveva l’aria di una prostituta. Manuela trasalì per la sorpresa e il cattivo odore, ma non osò dir nulla. Lui le strappò il nastro adesivo dalla bocca, con un gesto brusco, e le diede due ceffoni sul viso, mostrandole la cintura. – Mio papà pensa che non dovresti andare in giro vestita così, – disse, ridendo. Era grata persino di camminare a quattro zampe… poteva far riposare i piedi doloranti. – Fa schifo, troia, – le disse, sputandole il sugo in faccia. Lei alzò ancora una volta i begli occhi lucidi di lacrime verso di lui. Depoulos la interruppe, ridendo ad alta voce. Manuela socchiuse gli occhi, di nuovo presa di sorpresa, e cominciò a inghiottire, ancora e ancora. Con le mani che le tremavano, Manuela lo avvicinò al viso… e gemette quando Cristina la colpì con uno schiaffo sul sesso, di piatto sul clitoride. Manuela apparecchiò tavola, servì le pietanze, e per tutto il tempo della cena rimase a disposizione, perlopiù in ginocchio vicino alla tavola; raramente in piedi quando qualcuno sceglieva di giocare con le sue natiche o il suo sesso. Era stata posseduta quasi ininterrottamente per tre giorni, da uomini di tutte le età, inclusi conoscenti e presunti amici che non avevano avuto alcuna remora a servirsi di lei – anche più volte. L’uomo portò le mani fra le cosce di Manuela, e infilò con facilità due dita nella vagina di lei. – Tutte queste cose, ovviamente, – disse Goran, – le farai nuda, e con i buchi tappati. Il modo in cui quella ragazza, più giovane di lei, la comandava… con un semplice schiocco delle dita… a fare una cosa così ripugnante… Si avvicinò, sentendo forte l’odore del sesso di Cristina… avvicinò la lingua, esitando… e poi docilmente cominciò a leccarla. Non poteva contraddire Cristina, ma l’idea che Carlo fosse arrabbiato con lei la spaventava. Non ricordo il giorno preciso di 12 anni fa quando ho deciso di smettere di essere quello che non ero. Manuela non poteva crederci. – Continua a supplicare. “Oh, scusate,” disse Cristina con calma, sorridendo. Sapeva qual era l’unica risposta che Cristina avrebbe accettato. “Queste darebbero fastidio a Brutus”, disse. – Be’, – disse lui, accigliandosi. Manuela annuì. Strinse i pugni mentre Goran le applicava gli ultimi due chiudipacco alle grandi labbra. Prendi uno di quelli, lavalo, e per questa volta usa il nostro dentifricio.”, “Lava anche col sapone,” disse Cristina. – La sua troia… signor Depoulos… la sua troia… la supplica…, – La sua troia la implora padrone… non così forte… la prego… morirò…. – Lui succhiò a lungo, poi passò all’altro seno, procedendo nello stesso modo. Titus, il più giovane del gruppo, si era sistemato su una poltrona, e prese qualcosa da sotto le proprie gambe. Leye si mise di fronte a lei, il grosso membro nero puntato minacciosamente verso il suo volto, e scaricò un’enorme quantità di sperma sugli occhi di Manuela. “Pensavi di venire qui a bere piscio gratis?” disse, ridendo, rivolta a Manuela. Manifesto emotivo in edizione limitata su carta Fedrigoni X-Per 170g con dettagli in pantone argento. Si sentiva come una mucca che va al macello. Bagnò i peperoncini e li strofinò velocemente con un po’ di sapone, anche se sapeva che sarebbe servito a poco. “Vai ad aprire tu, cagna. Aprì il cassetto dei collant ed esitò; quindi, passò al cassetto successivo e prese un paio di autoreggenti. Non riuscì a trattenere un lungo mugolio di dolore. Hai capito troia? Intervista. Il signor Leye aveva mani grandi, forti, per un attimo ebbe l’impressione orribile di stare provando piacere da quel massaggio. Cristina era ferma sulla porta, che la guardava. L’allusione di Goran all’eventualità di prostituirla era già abbastanza spaventosa ed era terrorizzata all’idea di avanzare richieste, ma non poteva pensare che Goran volesse mandarla fuori di casa in intimo, con un guinzaglio per cani. Manuela gemette attraverso il bavaglio di nastro adesivo. Questa artificiale “dipendenza” di Manuela dallo sperma di Depoulos offrì all’uomo nuovi spunti per umiliarla. “Sai che agli uomini piace.” Fece un pausa, e poi aggiunse, con tono soddisfatto: “Ah, c’è anche quello che ti hanno insegnato oggi Goran e gli altri. Manuela aprì gli occhi, allarmata, cercando di capire cosa sarebbe successo; non riusciva a vedere bene attraverso le lacrime, ma realizzò che Storace aveva appoggiato il bollitore sul tavolo, e che aveva svitato il tappo…, Manuela lo guardò implorante… non poteva farle questo… sentì Storace che le afferrava entrambi i seni, li schiacciava l’uno contro l’altro… incrementando la forza con cui le stava fottendo il culo… e li spingeva dentro la bocca del bollitore….

Accompagnare Significato, Portale Sanità Regione Veneto Operatori, Volontariato Milano Animali, Per Avere 105 Che Media Bisogna Avere, Installazioni Villa Borghese Roma, Aprilia Mana Scheda Tecnica, Positivi Pescasseroli,